Fu lo psichiatra infantile, Boris
Levinson, a enunciare per la prima volta, intorno al 1960, le sue
teorie sui benefici della compagnia degli animali, che egli stesso
applicò nella cura dei suoi pazienti.
Levinson constatò che prendersi cura
di un animale può calmare l'ansia, può trasmettere calore
affettivo, aiuta a superare la depressione e la solitudine, agendo da
supporto sociale, dando impulso alla cura di se stessi e diventando
una fonte di attività quotidiane significative.
Gli animali hanno accompagnato l'uomo
sin dall'inizio della sua storia sia come fonte principale per
l'alimentazione sia come compagni di lavoro, di caccia e di vita.
Nella storia di ciascun popolo il rapporto con loro è stato
differente e assai vario. Ma si è dovuti arrivare al XXI secolo per
comprendere quanto gli animali possano essere importanti anche per la
psiche umana e il ruolo che possono assumere anche nel trattamento di
molte patologie neuro e psicomotorie.
La Pet Therapy, come scienza, nasce nel
1977 negli USA.
Con il termine si indicano due categorie di
terapie: quelle dirette a soggetti con handicap, il cui scopo è di
eliminare uno stato di malattia o ridurne gli effetti negativi sulla
salute del paziente; quelle finalizzate a migliorare la qualità
della vita e lo stato generale di benessere.
La Pet Therapy o Zooterapia richiede
sempre un adeguato progetto educativo- riabilitativo che risponda
alle esigenze di ogni singolo caso. Per ognuno occorre sviluppare un
programma terapeutico che coinvolga diverse figure professionali: il
medico, lo psicologo, il pedagogista.
Essi valutano, con la consulenza del
pet partner e dell'educatore cinofilo, come la relazione con gli
animali possa essere utile ed è molto importante che, qualunque
animale si scelga, abbia un temperamento equilibrato e mansueto.
Perché gli animali non siano
"strumento" di lavoro ma co-terapeuti in queste attività e
ne traggano anch'essi dei benefici è importante una adeguata
attività di selezione, partendo dalla specie più adatta ad un
determinato tipo di lavoro per poi considerare anche la razza, il
sesso, l'età e le caratteristiche psicologiche e comportamentali del
singolo individuo:
i volatili e gli asini,
per la loro mansuetudine, sono indicati per i soggetti aggressivi; è
possibile praticare L'ONOTERAPIA ovvero Attività Assistita con
l'asino, che viene utilizzato come strumento terapeutico e si
concretizza in un complesso di tecniche di educazione e rieducazione
mirata ad ottenere il superamento di un danno sensoriale, motorio,
cognitivo, affettivo e comportamentale.
Un approccio dalle
infinite potenzialità che si propone come co-terapia funzionando da
"acceleratore" delle acquisizioni, dell'efficacia e dei
risultati di altre terapie.
È un metodo attivo, che non permette
mai di restare passivi o di isolarsi. L'asino, infatti, riesce
sempre a ottenere la partecipazione del "paziente"
sollecitandolo sul piano psico-motorio, intellettivo, sociale ed
affettivo. L'istituirsi di un sistema di comunicazione
asino/utente/operatore, crea un contesto educativo ed evolutivo in
un ambiente gradevole, ricco di stimoli, a contatto con la
natura.
Possono trovare vantaggio dall'onoterapia: persone sole,
cardiopatici ed ipertesi, bambini ed anziani, malati psichiatrici e
tossicodipendenti, detenuti, sieropositivi, audiolesi e non vedenti,
persone con problemi di ansia, stress, accettazione, disarmonia
emotiva, con problemi della personalità e dello sviluppo, persone
dalla forma più lieve di instabilità emotiva all'autismo; nella
relazione utente-asino si instaura un importante
canale di contatto corporeo attraverso il quale si acquisisce
controllo e fiducia di sé, si favorisce un arricchimento sensoriale
ed emotivo, si stimola una riorganizzazione delle strutture
psichiche in un clima relazionale che permette di lasciarsi andare;
i felini hanno virtù
ansiolitiche da cui trarrebbero benefici anche cardiopatici ed
ipertesi;
i cavalli invece servono
per correggere i disordini del movimento ed aiutare i soggetti
affetti da patologie neurologiche e muscolari, da lesioni
traumatiche cerebrali, da sclerosi multipla e per bambini con
paralisi cerebrale. Grazie al rapporto che si stabilisce tra
cavaliere e cavallo nasce L'IPPOTERAPIA, che produce un senso di
indipendenza, aumenta l'autostima e accresce la fiducia in se
stessi. Questa “tecnica” trova la sua indicazione, oltre che
nelle patologie classiche della paralisi cerebrale infantile,
dell’autismo o della sindrome di Down, anche nelle patologie
acquisite in conseguenza di traumi correlati alla infortunistica
stradale e del lavoro;
i delfini, grazie alla loro
giocosità, sono ottimi ausili nella cura dei bambini autistici,
favorendo una migliore apertura al mondo esterno e le capacità
comunicative, nelle persone con disturbi della sfera affettiva.
Poiché i delfini comunicano con i suoni e movimenti del corpo,
riescono a comprendere molto bene il linguaggio del corpo umano,
captandone le necessità. Giocando e nuotando con loro, si
perfeziona la meravigliosa interazione. Con l'ausilio dei delfini
nasce la DAT (Dolphin Assisted Therapy = Terapia Assistita con i
Delfini -> DELFINOTERAPIA).
I delfini sono mammiferi, e questo di per sé‚ li rende
simili all'uomo più di ogni altra creatura acquatica. Ma esistono
anche altre considerazioni che possono spiegare la straordinaria
sensazione di "comunicazione", che percepisce chiunque li
avvicini. L'intelligenza di cui sono dotati, per esempio, li
avvicina all'uomo più della maggior parte delle specie animali. Ed
è questa intelligenza che permette loro di analizzare e coordinare
le informazioni ricevute dall'ambiente e di elaborare strategie di
risposta adeguate anche in situazioni non comuni, come quella
dell'incontro con l'uomo. Questa capacità dei delfini di
interpretare dati nuovi e di agire di conseguenza, può spiegare
l'impressione che essi capiscano l'umore delle persone con cui
entrano in rapporto. Chi si è immerso con loro, infatti, li
descrive capaci di stare "sulla stessa lunghezza d'onda":
timidi e distanti con chi ha timore, giocosi con chi è più attivo,
tranquilli con chi è rilassato..
L'immersione nell'acqua è di per sé‚
una esperienza particolare, per il legame concreto e simbolico che
ha con le origini stesse della vita. Inoltre l'acqua salata aiuta a
sciogliere alcune rigidezze corporee che spesso corrispondono a
blocchi emotivi, fornisce un sostegno che facilita l'equilibrio, la
fluidità del movimento e le sensazioni di rilassamento che ne
derivano, il flusso dell'acqua, infine, offre una stimolazione
tattile che migliora la percezione del proprio corpo.
La presenza
dei delfini sembra moltiplicare gli effetti positivi del contatto
con l'acqua.
Tutte le testimonianze raccolte
indicano che l'incontro con queste creature è un'esperienza
eccezionale, profondamente coinvolgente a livello psichico.
Con
il suo aspetto "sorridente", i suoi movimenti fluidi, il
suo istintivo rispetto per lo spazio interpersonale (che fa sì che
non si avvicini mai troppo a chi mostra timore) il delfino viene
costantemente percepito amichevole e meno minaccioso o giudicante
degli esseri umani. Nello stesso tempo offre gratificanti
opportunità di scambio, basate sul gioco e sul contatto fisico, che
portano la comunicazione a un livello accettabile anche per le
persone più chiuse in se stesse. Il gioco con un delfino, inoltre,
non è mai monotono o ripetitivo; la grande intelligenza di questi
animali li rende capaci di inventare "trucchi" sempre
nuovi e, a quanto pare, adeguati alle circostanze, tanto da riuscire
a volte a spezzare anche le stereotipie di persone, come quelle
autistiche, che sembrano imprigionate in una gabbia di comportamenti
ripetitivi.
Sembra quindi che i delfini siano in grado in qualche
modo di rompere l'isolamento presente nell'autismo e, in minor
misura, nella depressione. Queste sono perciò le patologie
prevalentemente trattate sia in Italia che all'estero.
Per quanto riguarda il Delfinario
di Rimini attualmente prevede programmi estivi per bambini
autistici della durata di una settimana che vengono preceduti da un
incontro invernale preselettivo, finalizzato ad accertare che la
delfinoterapia sia indicata per i singoli pazienti.
Ad oggi, fatta eccezione per la regione
Veneto, non esiste una netta definizione giuridica per quanto
riguarda le procedure ed i requisiti minimi necessari per poter
effettuare l'attività della pet therapy, in quanto spetta alle
singole regioni normare sulla materia.
Tali approcci si sono spesso rilevati
dannosi sia per il paziente che per l'animale coinvolto, a causa
della mancanza di un'equipe che potesse monitorare contemporaneamente
sia lo stato del paziente che dell'animale coinvolto nel progetto.
Per eliminare queste problematiche la
regione Veneto, attraverso la legge regionale 3/2005, ha redatto il
MANUALE OPERATIVO REGIONALE REGIONE VENETO (MOR) ed ha avviato un
progetto di rete regionale per la pet therapy (net Pet Therapy).
Questo manuale definisce:
le A.A.A.
: le Attività Assistite con Animali consistono in interventi
di tipo educativo-ricreativo e di supporto psico-relazionale,
finalizzati al miglioramento della qualità di vita di varie
categorie di utenti (bambini, soggetti portatori di handicap,
pazienti ospedalizzati, pazienti psichiatrici, anziani, detenuti) e
realizzati mediante animali in possesso di adeguate caratteristiche.
Non è necessaria una specifica prescrizione medica, ma è comunque
opportuna l’indicazione da parte di un professionista del settore
sanitario o educativo che abbia in carico il soggetto destinatario
dell’intervento. Le AAA vengono progettate dalla EPP ed effettuate
dalla EO (fonte: estratto dalle Linee Guida Regionali relative agli
interventi assistiti dagli animali D.G.R.V. n. 4130 del 19/12/2006 e
della Legge Regionale del Veneto n. 3 del 3/01/2005);
le T.A.A. : le
Terapie Assistite con Animali sono delle
co-terapie individualizzate sul paziente, utilizzate a supporto
delle terapie tradizionali, per la cura della patologia di cui egli
è affetto e sono praticati mediante animali appositamente educati.
Esse sono finalizzate al miglioramento di disturbi della sfera
fisica, motoria, psichica, cognitiva o emotiva. Sono progettate
sulla base delle indicazioni sanitarie e psico-relazionali fornite
dal medico e/o dallo psicologo di riferimento del paziente e
prevedono precisi obiettivi ed indicatori di efficacia (fonte:
Estratto dalle Linee Guida Regionali relative agli interventi
assistiti dagli animali D.G.R.V. n. 4130 del 19/12/2006 e della
Legge Regionale del Veneto n. 3 del 3/01/2005)
L’intervento
riabilitativo viene finalizzato verso quattro obiettivi:
il recupero di una
competenza funzionale che, per ragioni patologiche, è andata
perduta;
l’evocazione di una
competenza che non è comparsa nel corso dello sviluppo;
la necessità di
porre una barriera alla regressione funzionale, cercando di
modificare la storia naturale delle malattie croniche e degenerative
riducendone i fattori di rischio e dominandone la progressione;
la possibilità di
reperire formule facilitanti alternative.
Chi
può prescrivere queste attività?
il medico di medicina
generale del paziente;
il medico specialista
di riferimento del paziente;
lo
psicologo/psicoterapeuta che ha in carico il paziente.
Le
TAA vengono progettate dalla E.P.P. ed effettuate dalla E.O. (fonte:
MOR regione Veneto);
* Responsabile di
progetto → un professionista del campo sanitario per le a.a.a. e
clinico per le t.a.a.;
* Medico veterinario →
valuta i requisiti comportamentali e sanitari dell'animale,
l'aspetto igienico sanitario ed il benessere animale;
* Coordinatore
d'intervento → nelle a.a.a. può essere: psicologo, educatore,
infermiere/assistente sanitario, OSS, laureato in scienze motorie,
insegnante; nelle t.a.a. può essere: psicologo/psicoterapeuta,
infermiere/assistente sanitario, educatore, terapeuta della
riabilitazione, terapeuta occupazionale, psicomotricista;
* Coadiutore dell'animale
→ promuove la relazione uomo animale e monitora lo stato di
salute ed il benessere dell'animale in collaborazione con il
veterinario;
Dal punto di vista legislativo gli
animali cosiddetti d'affezione sono stati riconosciuti ufficialmente
quali componenti essenziali del rapporto equilibrato tra l'uomo e
l'ambiente di vita per la prima volta nelle "Dichiarazione di
Ginevra" del 1995.
In Italia la Pet Therapy è stata
riconosciuta come cura ufficiale dal Decreto del Presidente del
Consiglio dei Ministri del 28 febbraio 2003 recante disposizioni in
materia di benessere degli animali da compagnia e Pet Therapy, su
proposta del Ministro della Salute.
Tale Decreto sancisce per la prima
volta nella storia del nostro Paese il ruolo affettivo che un animale
può avere nella vita di una persona nonché la valenza terapeutica
degli animali da compagnia ed è stato proposto a seguito
dell'Accordo Stato-Regioni del 6 febbraio 2003 sul benessere degli
animali da compagnia e Pet Therapy.