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Il riso è il sole che scaccia l'inverno dal volto umano.


27 ago 2013

La disabilità nel lavoro: doveri e agevolazioni per le aziende.


Emerge dalle statistiche che il 74% delle persone disabili non ha una occupazione, ovvero per le 700 mila persone iscritte alle liste di collocamento obbligatorio.
Perciò nel nostro paese solo il 16% ha un lavoro. Infatti la Corte di Giustizia UE ha ritenuto che l'Italia ha messo a disposizione insufficienti strumenti per favorire l'occupazione delle persone disabili, dato che bisogna sensibilizzare i diritti di uguaglianza e integrazione di ogni lavoratore.
La legge 68/99 stabilisce che le aziende con più di 15 dipendenti debbano assumere almeno un lavoratore delle categorie protette. Nel caso i dipendenti fossero di più, le assunzioni sono maggiori:
  • da 15 a 35 dipendenti si prevede l'assunzione di una persona disabile;
  • da 36 ai 50 dipendenti l'assunzione di due persone disabili;
  • da 51 a 150 dipendenti l'assunzione è il 7% +1.
Perciò è molto importante che le aziende capiscono quante persone disabili devono assumere: per saperlo con esattezza va calcolata la percentuale, tenendo conto che nel computo vanno inseriti tutti lavoratori assunti con vincolo di subordinazione (compresi quelli con contratto a tempo determinato fino a 9 mesi).
Ci sono alcune eccezioni quali i lavoratori tramite cooperative, i dirigenti, etc.
Previste dalla legge (art. 13 legge 68/99) ci sono delle agevolazioni di cui le aziende possono usufruire quando assumono persone delle categorie protette sono:
  • la fiscalizzazione dei contributi previdenziali e assistenziali per l'assunzione di lavoratori disabili con ridotta capacità lavorativa superiore al 79% fino a un massimo di 8 anni;
  • la fiscalizzazione dei contributi previdenziali e assistenziali per l'assunzione di lavoratori con handicap intellettivo e psichico indipendentemente dalla percentuale di invalidità. Abbassandosi la percentuale di capacità lavorativa tra il 67 e 79%, la fiscalizzazione arriva al 50% per un massimo di 5 anni;
  • è previsto un rimborso parziale forfetario qualora l'azienda debba sostenere costi per facilitare l'inserimento lavorativo o il lavoro stesso della persona disabile (con invalidità superiore al 50%.
Le sanzioni amministrative stabilite dalle direzioni provinciali del lavoro per quelle aziende che non rispettano l'obbligo di assunzione sono:
  • il pagamento di 635,11 € (maggiorati di 30,76 € per ogni giorno di ritardo) in caso di ritardo nell'inviare il prospetto informativo che riporta il numero di lavoratori totali e i nominativi di quanti appartenenti alle categorie protette (ricordiamo che il prospetto va inviato entro il 31 gennaio di ogni anno);
  • il pagamento di 62,77 € al giorno per ogni lavoratore non occupato, a partire dal 61 esimo giorno dall'obbligo di assunzione, in caso di mancato adeguamento alla norma.
I soggetti che possono essere iscritti alle categorie protette, e quindi poter accedere al collocamento mirato, devono essere in possesso di una certificazione che attesti e descriva le capacità residue al lavoro
(la riduzione della capacità lavorativa deve essere almeno del 45%). 
Ai sensi della Legge 68/1999 l'attestazione viene rilasciata dalla commissione per l'accertamento delle capacità lavorative residue operante in tutte le ASL. 
Hanno altresì diritto:
  1. le persone invalide del lavoro con grado di invalidità superiore al 33%; 
  2. persone non vedenti, 
  3. persone non udenti; 
  4. invalide di guerra, 
  5. invalide civili di guerra e invalide per servizio, 
  6. vedove, orfani, profughi ed equiparati ad orfani;
  7. i soggetti vittime del terrorismo e della criminalità organizzata.


JOYK: la bambola che migliora il benessere e la qualità della vita.



Questo giocattolo si chiama Bambola Joyk, creata per stimolare l'empatia e l'emozione dei bambini e adulti, usata nella terapia non farmacologica innovativa dedicata a persone affette da problematiche come la demenza, disturbi psichiatrici, distrubi del comportamento o del tono dell'umore. Migliora il benessere facilitando il rilassamento, la qualità della vita e diminuisce gli stati d'agitazione.
L'impiego di questa terapia aiuta gli operatori nei loro compiti assistenziali e risulta molto efficace anche per i familiari che seguono i loro cari a domicilio, dal momento che la terapia è applicabile sia in ambito residenziale che domiciliare.
La bambola terapeutica nasce in Svezia alla fine degli anni '90 e fu ideata dalla psicoterapeuta Britt Marie Egedius Kakobsson, per il suo bambino autistico.
Le azioni di questa terapia possono realizzarsi sia a livello preventivo che di cura, attraverso alcuni benefici dell'intervento organizzato quali:
  • la modulazione di stati d'ansia e di agitazione e anche manifestazioni sintomatiche;
  • la possibilità di ridurre il ricorso ai sedativi;
  • la riduzione di condizioni di apatia e depressione;
  • la capacità di rispondere ai bisogni emotivi-affettivi, che sono sempre presenti;
  • ostacolare il deterioramento di alcune abilità cognitive e utilizzare prassi motorie che servono da stimolo alle abilità residue.
La terapia della Bambola Joyk non è per tutti (essa è considerata un metodo integrativo), la maggior parte delle donne rispetto agli uomini sceglie di accudire la bambola, anche se gli studi evidenziano che gli uomini che l'hanno usata ne hanno tratto dei benefici.
In alcuni casi c'è la sostituzione con degli "orsetti" o altri animali con ottimi e analoghi risultati.